mercoledì 4 febbraio 2009

Cañon del Colca

Iniziamo a capire che per visitare i dintorni di Arequipa conviene unirsi a un tour organizzato che, strano ma vero, costa davvero poco, 20 soles, anche perchè non sembrano esistere altri mezzi privati. Cominciamo a salire sulle Ande, dove in varie fermate nella riserva Salinas y Aguada Blanca, vediamo da vicino Vicuñas, Llamas e Alpacas.

La differenza tra questi tre animali apparentemente molto simili è che i llamas solitamente sono pezzati, domestici e da soma (fino a 45kg) ma non pregiati da mangiare; gli alpacas sono di un unico colore (nero-marrone-bianco), la carne è buona (vero!) e la lana è più pregiata (ne producono circa 1 kg all'anno); infine le vicuñas sono le più piccole e la loro lana è pregiatissima (200 gr all'anno) e costosissima (un cappotto, 1200 dollari!). Nelle varie fermate del bus, ci rifocilliamo con un buon mate, necessario anche per alleviare i sintomi dell'altitudine, il cosiddetto Soroche, visto che tra una cosa e l'altra siamo quasi a 4000 metri.

Vicino ai punti di ristoro ci sono delle bambine in vestiti tipici con cuccioli di llamas in braccio che ci chiedono 1 sol per farsi fotografare e signore che lavorano la lana e vendono i prodotti.
La tappa più alta del viaggio è stata il Mirador de los volcanes, a 4800 m d'altitudine (mioddio).

Arriviamo a Chivay, piccola cittadina sulle ande dove ogni 8 dicembre c'è una gran festa, dove gli uomini ballano vestiti da donne (pare che questa usanza derivi da uno stratagemma usato da un portoghese per poter ballare indisturbato con una ragazza del luogo). Un'altra storia interessante riguarda il nome di questo paesino...si narra che quando l'Inca (il "re" del popolo che noi chiamiamo Incas era in realtà l'unico ad essere definito con questo nome) arrivò a Chivay, rimase colpito dalla forma allungata della testa dei cittadini. Quando chiese alla gente il perchè, gli risposero che ai bambini venivano applicate stecche di legno ai lati della testa sin da piccoli per farle assumere questa forma, simile a quella del monte che sovrasta il paese e che per i locali "Cabanas" era sacra, oltre che un modo per distinguersi da altre "tribù" vicine come i "Collas" che invece, seguendo la stessa tecnica, avevano le teste squadrate come la montagna vicina al loro villaggio. L'inca decise quindi di chiamare questo posto "Chivay", che significa "testa di pene".
In questo posto sperduto tra i monti, le usanze vengono ancora rispettate. Le donne indossano un bel cappello bianco, se sposate con due fiori, altrimenti solo uno. Lo portano incredibilmente ancora oggi, non per i turisti. E parlano quechua.

I tour organizzati prevedono una tappa a las caleras, bagni termali con vista sulle Ande, dove per 10 soles ci immergiamo nell'aqua sulfurea del vulcano a 40 gradi: vale la pena portare il costume (e soprattutto non dimenticarlo li...hehe).
Ceniamo con il sottofondo di un gruppo peruviano di musica tradizionale dal vivo e balli tipici, divertente, ma un po' troppo "da turisti".

Il giorno dopo sveglia alle 4.30 per andare alla Cruz del Condor, un punto panoramico sul canon del Colca (il secondo per profondità nel mondo) da cui si possono osservare i condor ondeggiare trasportati dalle correnti...che meraviglia!

Ritorno in bus, cena al Colibri, un bel ristorante sotto l'ostello, poco frequentato ma ottimo (15 soles per un menu sempre diverso e buonissimo!). Lasciamo Arequipa e Le Foyer, la nostra prima "casa", alla volta di Cusco, la capitale archeologica del Sud America, in cui arriviamo sempre in bus, stavolta Cial, con soli 40 soles.

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