domenica 6 settembre 2009

Pechino

Voltiamo le spalle all'amato Giappone, con la speranza di tornarci un giorno...c'è così tanto da imparare! Atterriamo all'aeroporto di Beijing, ovvero Pechino, il primo impatto con la Cina è davvero inaspettato: servizi ultramoderni ed efficientissimi...si nota che l'aeroporto è nuovo di zecca, probabilmente per le olimpiadi dell'anno scorso. Ci facciamo scrivere l'indirizzo dell'ostello che abbiamo prenotato in cinese e saliamo sullo shuttle bus che ci scarica a Dongsi Shitiao. Inizia la nostra ricerca dell'ostello, con poco successo proviamo a

comunicare con la gente mostrando l'indirizzo sul foglietto, ma nessuno riesce a spiegarci dove andare! Alla fine passa un occidentale (americano che parla cinese e italiano e ha letto Terzani...incredibile), chiama l'ostello con il suo cellulare e ci accompagna fino alla porta d'ingresso...fantastico. L'ostello è situato in un Hutong, una delle vecchie residenze dei nobili cinesi, dopo la rivoluzione espropriate e distrutte, ora abitate per lo più da poveri in condizioni disumane. La sera usciamo per mangiare il nostro primo pasto cinese, una cosa semplice, un bel piatto di gamberi...provate voi a sbucciarli con le bacchette!!! La mattina seguente prendiamo la metro e andiamo a piazza Tienamen, in cui si trovano il “parlamento” cinese, la città proibita, il mausoleo di Mao e l'obelisco. Non ci soffermiamo a visitare la piazza, ma entriamo subito nella Città Proibita che è enorme; gli edifici più maestosi si trovano nel corridoio centrale: la Sala della Suprema Armonia, il Palazzo della Purezza Celeste e la Porta della Pace Celeste. Impieghiamo più di due ore per attraversare la Città Proibita, poi torniamo verso l'entrata percorrendo il lato est, in cui ci aspetta un giardino meraviglioso dove si trovano cipressi secolari; purtroppo però la maggior parte dei templi e degli edifici, utilizzati dalla famiglia imperiale nel passato, è chiusa al pubblico. Riusciamo solo ad immaginare la bellezza di questi luoghi prima che venissero distrutti dalla furia dei rivoluzionari. Durante la nostra prima giornata in Cina ci vengono scattate decine e decine di foto...la gente ci ferma per strada per fotografarsi con noi insieme alla nonna, il figlio, lo zio e il nipote, siamo delle vere attrazioni! È difficile crederci, ma nel 2009, in Cina, molte persone vedono per la prima volta degli stranieri: noi! Per questo, non ci stupiamo quando due ragazze della nostra età ci salutano e ci parlano all'uscita della Città Proibita. Sono cinesi in vacanza a Pechino e ci chiedono se vogliamo unirci a loro per una tazza di tè nella “Pechino vecchia”, a pochi passi da piazza Tienamen. Sono simpatiche, ci raccontano molte cose sulla Cina, per esempio sulla politica del figlio unico; sono specialmente i poveri a risentirne, in quanto chi è ricco paga la multa, mentre i dipendenti statali perdono il lavoro e il secondo figlio non ha un'identità, in quanto fuorilegge non ha diritto ai documenti. Interessante anche il loro punto di vista sulla rivolta degli Uiguri che, stando a quanto si dice in TV qui in Cina, hanno invaso illegalmente il paese e la polizia è dovuta intervenire per fermarli. Inoltre, il governo cinese è talmente comprensivo, che risarcirà tutte le famiglie che hanno perso i propri cari ad opera delle forze dell'ordine. Arriviamo alla casa da tè, molto bella, mobili intagliati nel legno, e veniamo ricevuti da una ragazza in abito tradizionale. Ci propone vari tè pregiati, circa una decina, e le ragazze ci traducono tutto ciò che dice. Gli assaggi vengono accompagnati da uva fresca e strani biscotti salati, tutto davvero squisito, peccato però che il conto alla fine sia davvero un salasso: circa 80 euro, come 5 notti in ostello. Una volta tornati in camera controlliamo su internet e scopriamo che è molto frequente essere adescati da ragazze cinesi che ti portano nelle case da tè...il proprietario dell'ostello però afferma che il prezzo che abbiamo pagato non è eccessivamente alto per dei tè molto pregiati...mah? Ad ogni modo, più che per i soldi, ci rimaniamo male perché pensavamo di aver conosciuto delle persone interessanti.

Il giorno dopo visitiamo il Palazzo d'Estate, anche se il tempo sembra invernale: è piovoso e la foschia avvolge i paesaggi. La residenza estiva dell'imperatore è anch'essa enorme e al suo interno si può passeggiare in un parco ben curato, fare un giro in barca sul lago o ammirare vari templi, tra cui uno buddista. Camminiamo varie ore perdendoci tra gli edifici, anche qui quasi sempre inaccessibili, e saliamo sulla collina che sovrasta il parco.

Dopo un sonno rigenerante, ci svegliamo presto per andare al mausoleo di Mao Zedong, dove, ogni mattina dal 1979, anno della prima esposizione, migliaia di cinesi si mettono in fila per vedere la salma imbalsamata di Mao. Le misure di sicurezza sono notevoli: niente borse, niente foto e dopo una lunga fila la salma si intravede brevemente sempre continuando a camminare econtrollati a vista da varie guardie. Anche piazza Tienamen è praticamente blindata, per entrarvi bisogna sottoporsi ai controlli di sicurezza e raggi X per le borse...chi si rifiuta viene arrestato! Lo stesso avviene per entrare nella metro...ma perché tanti controlli? Le nostre “amiche” del tè ci hanno raccontato che il governo ha paura di possibili attentati da parte degli Uiguri e per questo ha incrementato le “misure di sicurezza”.

Torniamo nella Pechino vecchia, che poi tanto vecchia non è, visto che prima delle olimpiadi tutti gli edifici sono stati rasi al suolo e ricostruiti in stile antico. Ci concediamo il lusso di un pranzo nel ristorante più famoso della Cina, Dadong, noto per l'anatra arrosto che serve dal 1824. Il prezzo è 25 euro in due e lo chef affetta l'anatra al tavolo; viene servita con una salsa marrone e delle specie di piccole crepes in cui si avvolge la carne. Davvero squisito. Nel pomeriggio veniamo a contatto con varie tradizioni cinesi nel parco che circonda il Tempio del Paradiso. Gruppi di persone cantano guidati da un maestro con tanto di bacchetta, decine di anziani giocano a carte e numerose persone si passano una pallina ornata di piume con i piedi, come se fosse una palla da calcio. Il tempio è maestoso ma lo vediamo solo dall'esterno, siamo stanchi e abbiamo anche finito i soldi!

Nuovamente sveglia presto, ore 6 partenza per la Grande Muraglia cinese, lunga quasi 9000 km. Sono varie le parti del muro vicine a Pechino, noi scegliamo di visitare Simatai, che a quanto pare è la più antica e meno turistica. Un'altra parte del nostro gruppo fa 10 km di trekking sulla muraglia, ma visto il caldo soffocante e il poco tempo a disposizione scegliamo di prendere la funicolare e di camminare solo 3 km e facciamo bene. Pochi turisti si aggirano su questa parte di muro e così scattiamo delle belle fotografie, soprattutto quando la foschia si dirada ed esce un bel sole. Pranziamo in un ristorante nelle vicinanze e poi 3 ore di bus e siamo di nuovo a Pechino: il giorno dopo, ore 8 aereo diretto ad Hong Kong!

1 commento:

  1. ...QUESTA PARTE DEL VOSTRO VIAGGIO MI AFFASCINA PARTICOLARMENTE!!!!!...VI PENSO...SEMPRE TANTO!!!

    RispondiElimina