mercoledì 22 luglio 2009

Alice Springs

Visto che la prima volta che eravamo venuti in Australia non avevamo avuto occasione di visitare l'Ayers Rock, il monolito più grande del mondo, non potevamo farcelo scappare una seconda volta.

La maggior parte dei tour partono da Alice Springs, una città nel pieno del deserto australiano, nello stato del Northern Territory. Immaginate di puntare il vostro dito nel centro della mappa dell'Australia e sicuramente non sarete andati troppo lontani dall'individuare questa città, che ovviamente, è cresciuta sotto l'impulso del turismo. La maggior parte delle persone che vivono qui lavorano infatti in questo campo o in servizi a questo collegati. Troverete decine di ostelli, ristoranti e gallerie d'arte a prezzi decisamente alti. Purtroppo gli aborigeni, che sono numerosissimi da queste parti, non sono stati integrati quasi per niente nel tessuto sociale ed economico della città. Per questo se ne vedono molti che passano la giornata a bere ed è molto frequente assistere al sequestro degli alcolici da parte della polizia, visto che qui non è permesso bere per strada. Dopo aver trascorso il primo giorno a spasso per la città ed aver ammirato un bellissimo tramonto dalla collina che domina la città, Anzac Hill, andiamo a riposarci: il giorno dopo ci aspetta una levataccia.

Il modo più economico e sicuro per visitare Uluru (questo è il nome aborigeno dell'Ayers Rock) è con un tour organizzato che costa all'incirca 250 dollari a persona e comprende trasporto, vitto e alloggio per 3 giorni.

Dopo una breve cavalcata sui cammelli per un piccolo extra, la prima tappa del tour ci porta al King's Canyon. La passeggiata di 6 ore è molto suggestiva, e anche se questo canyon non è molto grande offre degli scorci mozzafiato. Arrivata la sera ci “accampiamo” intorno al fuoco e dopo aver mangiato un gustoso chili con carne (che il giorno dopo scopriremo essere di cammello!) ci addormentiamo sotto un cielo mai così stellato.

Anche il secondo giorno la sveglia è molto presto ma almeno ammiriamo una fantastica alba nel deserto e dopo colazione partiamo per la seconda tappa, il Kata Tjuta (chiamato anche The Olgas), sito sacro per gli uomini aborigeni, usato per l'iniziazione dei ragazzi che vengono lasciati qui per un periodo di tempo abbastanza lungo (di solito un anno) per imparare a sopravvivere da soli, cacciando e trovando l'acqua, prima di poter tornare al villaggio ed essere finalmente considerati uomini.

Al tramonto ci dirigiamo verso Uluru e lo spettacolo è magnifico. Il sole che si riflette su questo unico pezzo di roccia crea dei giochi di luce sempre diversi e le sfumature passano dall'arancione intenso al rosso, fino a quando l'ultimo raggio non scompare all'orizzonte.

Prima di accamparci nuovamente la nostra guida ci avverte di stare attenti ai dingo che hanno un debole per le scarpe e nella notte le portano via.. sembra una battuta e invece al nostro risveglio (alle 5 del mattino) le scarpe non ci sono più.... appunto! Dopo una ricerca di una ventina di minuti a piedi nudi e al buio, finalmente ritroviamo le nostre scarpe e possiamo partire per andare a vedere l'alba ad Uluru. Percorriamo tutta la circonferenza del monolito, circa 10 chilometri, e in alcuni punti non è consentito scattare fotografie perché considerati luoghi sacri dagli aborigeni. La guida ci racconta ad esempio che negli anni 70 una coppia decise di sposarsi in una delle grotte di Uluru; in realtà questa cavità nella roccia serviva come rifugio sacro alle donne aborigene in procinto di partorire e per questo gli uomini non potevano né accedervi né posarvi lo sguardo. La foto del matrimonio finì sui giornali e fu vista da alcuni aborigeni con conseguenze poco piacevoli per la loro comunità...da allora vige il divieto di riprendere o scattare foto nei luoghi sacri.

Anche se la scalata della roccia è consentita in condizioni meteorologiche favorevoli, gli aborigeni sono contrari a questa pratica e dappertutto ci sono cartelli che spiegano le motivazioni di questa loro richiesta, anche se purtroppo non tutti i turisti la prendono in considerazione.

Una volta tornati ad Alice Springs decidiamo di passare il nostro ultimo giorno al Desert Park, un parco dove possiamo osservare da vicino animali come il thorn devil, il bilby, canguri, emu e centinaia di specie di uccelli e piante diversi. Ci sono anche numerosissime dimostrazioni, come ad esempio le piante medicinali del deserto e lo show “birds of pray” dove uccelli rapaci in libertà vengono fatti apparire in sequenza per prendere il cibo, davvero impressionante.


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