domenica 10 maggio 2009

Santiago de Chile

Atterriamo a Santiago alle 22.30, quindi ci affidiamo ad un taxi per raggiungere al più presto casa di Lucia, nostra vicina di casa in Italia attualmente in Overseas a Santiago. Il quartiere è barrio Brasil, uno dei quartieri più antichi di Santiago che, con un patrimonio architettonico unico, il suo aspetto decadente e i molti locali è il luogo ideale per passeggiare e uscire la sera.
Salire sul cerro San Cristobal è facile: un po' di moto e in meno di un'ora si arriva in cima, dove si erge la statua della Virgen María che domina la città. Per reidratarci beviamo un mote con huesillos, otttimo e rinfrescante analcolico, a base di grano, succo e pesche secche – mangia e bevi, insomma.
Il tramonto dietro le Ande è uno spettacolo imperdibile, anche se pare che dopo un giorno di pioggia il panorama sia notevolmente più limpido e non offuscato dallo smog cittadino.
Il centro di Santiago è moderno e affollato e ci si può imbattere nei tipici Café con Piernas (Caffè con gambe), dove succinte signorine in abiti attillati vi serviranno un espresso un po' annacquato ma accettabile. La Plaza de Armas è come al solito animata, vecchi e giovani si rilassano giocando a scacchi o leggendo sulle panchine. A poche cuadras si trova La Moneda, la sede del Governo cileno, e scenario del colpo di stato del '73. Defilata, davanti al Ministerio de Justicia, ecco la statua di Salvador Allende, primo leader marxista democraticamente eletto, deceduto l'11 settembre 1973 durante il colpo di stato (ci sono ancora dubbi: suicidio o omicidio?)
A Santiago vale la pena visitare anche il Cerro Santa Lucia (indicato andarci soprattutto in compagnia di due omonime); anche da qui il panorama della città è incredibile e il parco circostante è delizioso.
Un'interessante lezione di storia sul colpo di stato è il film-documentario di Patricio Guzmán, Batalla de Chile. Lo guardiamo in compagnia di alcuni amici e sorseggiando una buona zuppa a El Sindicato, un centro culturale gestito da varie persone che ci raccontano di come hanno vissuto in prima persona il periodo della dittatura.

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