giovedì 5 febbraio 2009

Cuzco e dintorni


L'antica Capitale Inca.


Appena si arriva a Cuzco ci si rende conto di come mai gli Inca l'avessero scelta come Capitale del loro impero. La città infatti è circondata dalle Ande e la valle che la ospita è di una bellezza indescrivibile. Nella Plaza de Armas, enorme, si trovano due chiese ed un giardino curatissimo. I portici invece sono pieni di negozi di tutti i tipi, i più dei quali sono in comproprietà. Nel senso che se entrerete in una agenzia di viaggi è molto facile che nello stesso locale "convivano" anche un gioielliere e un' edicola. Il fatto che uno sia oggettivamente riconosciuto come turista non fa altro che attirare decine di "venditori"..dai massaggi ai tour organizzati fino agli immancabili cappelini e quadri. Lo spettacolo al tramonto è davvero bello, con mille luci che si accendono sulle "colline" intorno alla valle e il Cristo Redentore (copia spudorata di quello di Rio) che domina dall'alto.

Alloggiamo nell’hostal Korichaska, carino e pulito a breve distanza dal centro. Seguendo i consigli delle persone conosciute lungo il viaggio, decidiamo di fermarci una settimana qui, vista la quantità di cose da fare e la bellezza della città. Nei primi due giorni ci siamo riposati, scattando qua e la fotografie, poi abbiamo prenotato il “city tour”, il modo più pratico e sicuro per vedere le rovine nei dintorni di Cusco.
La prima tappa è Saqsa huamán, una fortezza/tempio inca di cui rimane solo il 30%, visto che i materiali sono stati utilizzati per costruire chiese e case coloniali dagli spagnoli in città. La struttura ha tre livelli che simbolizzano i tre mondi, morti, vivi e divinità, raffigurati rispettivamente da tre animali: il pesce, il puma e il condor. Le pietre che costituiscono gli “edifici”, o meglio ciò che ne rimane, e sono enormi, alcune alte 6 metri. Tutto questo fu costruito sotto Manco Inca, l’ultimo degli Inca.

Seconda tappa Q’enqo, consacrato al culto del puma, infatti c’è un monolito roccioso che un tempo aveva la forma di questo animale. Un piccolo anfiteatro serviva a radunare la classe dirigente e i sacerdoti in attesa del responso dell’oracolo prima di una guerra. Inoltre, in una “caverna” è presente un altare destinato ai sacrifici di bestie e uomini per gli dei. Una piastra d' argento rifletteva la luce del sole sulla vittima.


Proseguiamo con la visita a Pukapukara, detta la fortezza rossa. Si tratta di un piccolo avamposto di difesa tra Cusco e il bagno dell’Inca.


Ultima tappa Tambomachay, il “Bagno dell’Inca”, dove il sovrano si recava per i riti religiosi. La guida ci dice che si tratta di una fonte di eterna gioventù e ci avvisa: la leggenda dice che se si beve quest’acqua con la mano destra, il primo figlio sarà un maschio, con la sinistra una femmina, con entrambe le mani, due gemelli.

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