Alla stazione dei bus del Cairo prenotiamo il biglietto per la tratta Cairo-Amman. Il bus non può passare via terra a causa dell'instabile situazione dei territori palestinesi e di Israele e quindi il percorso obbligato prevede l'uso del traghetto preso all'andata. Ci viene assicurato che in 15 ore saremo ad Amman. Partiamo alle 23 e alle 7 di mattina siamo già all'imbarco del traghetto a Nuweiba, ma passano le ore e non inizia l'imbarco. Cerchiamo di informarci sull'orario di partenza e di arrivo del traghetto: nessuno ci da una risposta soddisfacente e tutti sembrano conoscere orari completamente diversi. finalmente a mezzogiorno saliamo sul traghetto che però salpa solo alle 15.30. Alle 19.30 siamo finalmente ad Aqaba, ma il bus ci deve ancora portare ad Amman, a circa 3 ore di viaggio. Seduti fuori dal porto sul marciapiede, in compagnia di una donna egiziana che ci nutre con falafel e formaggio e ci racconta la sua vita, aspettiamo ancora. Una, due, tre, quattro, quasi 5 ore. Nel frattempo scopriamo che il nostro bus ha problemi tecnici e ne aspettiamo uno in sostituzione. Il bus arriva, finalmente pensiamo, ma l'autista è introvabile, dove sarà finito? Arrestato per commercio illegale di articoli di elettronica dall'Egitto alla Giordania! Troviamo un altro autista, ma c'è ancora un problema da risolvere; uno dei passeggeri ha dimenticato un tacchino enorme sull'altro bus e aspettiamo di recuperarlo. Partiamo alla volta di Amman, stanchi ma felici. In albergo arriviamo alle 4 di mattina (circa 30 ore dopo la partenza...) dove ci dicono che la nostra camera non è più disponibile perchè pensavano che non arrivassimo più. Ci danno una singola, ma a noi a questo punto va bene tutto, anche perchè dopo 3 ore dobbiamo prendere il taxi per l'aeroporto! Giusto il tempo di farsi una doccia e riorganizzare gli zaini e andiamo a prendere l'aereo. Almeno stavolta, ci diciamo, arriveremo quando ci hanno detto! Il primo volo atterra a Londra senza problemi, siamo sollevati e ci rincuora sapere che in Italia ci aspettano tutti a braccia aperte e che dormiremo in un letto comodo, mangeremo un pasto caldo e non dovremo svegliarci all'alba il giorno dopo. Ma, ahimè, non è andata proprio così. Cambiamo terminal a Heathrow, ci mettiamo in fila per il check in e una volta arrivati di fronte alla hostess ci sentiamo dire di tornare dopo 20 minuti: il nostro volo è "on hold", per ora non si sa quando partirà. Ci spostiamo dalla fila e, con gli occhi incollati al tabellone delle partenze, non vogliamo crederci: il volo è stato cancellato per le condizioni metereologiche. Chiediamo delucidazioni e ci mandano in un'altra area dell'aeroporto per effettuare una nuova prenotazione. La coda è già infinita, dato che ogni volo in partenza dopo le 19 è stato cancellato. Con molta pazienza ed un po' di fortuna riusciamo a riprenotare il volo per il 23, cioè due giorni dopo, e strappiamo un posto in lista d'attesa per il 22 (cioè il giorno dopo) alle 12.30. Riusciamo persino ad ottenere un buono per pernottare in hotel con tanto di cena e colazione. Un po' sconsolati, un po' incazzati, un po' increduli, andiamo in albergo con la metropolitana e ci dicono anche di scendere alla fermata sbagliata...a cena però ci sediamo al tavolo con dei ragazzi che erano in coda con noi all'aeroporto e ridiamo delle nostre disavventure, chi ha perso 3 giorni di vacanza a Praga, chi spera di arrivare dai familiari all'estero da ormai 3 giorni, chi sembra non preoccuparsi molto e chi è sulla via di casa dopo un lungo viaggio. Tra un piatto di tacchino, un bicchiere di vino e una fetta di torta, sembra quasi di essere in vacanza con gli amici! Il mattino dopo altri 45 minuti di metro e torniamo all'aeroporto, dove siamo nuovamente incanalati in una lunga coda. A circa 20 minuti dall'imbarco del volo per cui siamo in lista d'attesa, capiamo che non ce la faremo mai: Lucia prova a spiegare la situazione ad una hostess che ci manda in un counter vuoto. Incredibilmente la signorina ci ristampa la carta d'imbarco con i posti assegnati e ci dice di muoverci, è tardi!! Passiamo davanti ad ogni tipo di fila, corriamo fino al gate...sta iniziando l'imbarco, che bello. Saliamo sul nostro ultimo volo, dietro di noi due turisti americani che vanno per la prima volta in Europa, più in là un gruppo di napoletani che gridano a squarciagola...ma stiamo davvero tornando a casa? Roma Fiumicino, siamo arrivati. Ora manca poco, meno di un'ora di macchina e sarà tutto finito. Rimaniamo bloccati nel traffico, ma a questo punto che importa? La neve ha segnato l'inizio e la fine di questo viaggio, unendo il cerchio alle estremità, la partenza con l'arrivo. E noi, lo abbiamo percorso tutto, passo per passo, ed ora siamo di nuovo qua.
venerdì 25 dicembre 2009
Cairo
Dopo esserci sistemati in hotel, ci stupiamo di quanto sia pulita, ordinata ed affascinante questa città. Ce la aspettavamo caotica, inquinata, disorganizzata...niente di tutto ciò. Il museo egizio è notevole, con migliaia di reperti, tombe, mummie, reliquie sacre e non, statue ma soprattutto i resti della tomba di Tutankamun, immortalato nella sua maschera funeraria d'oro famosa in tutto il mondo. La sera ceniamo con Mohamad, un ragazzo che conosciamo nelle vicinanze dell'albergo...essendo ormai a conoscenza delle tattiche impiegate per condurre ignari turisti in negozi di souvenir e varie, siamo un po' prevenuti nei suoi confronti...e probabilmente facciamo bene. Sembra capire che non c'è margine di manovra con noi e quindi diventa semplicemente nostro amico, ci racconta della vita nella sua città, ci mostra ristoranti economici ed addirittura ci presenta ad un suo amico, dopo un'interminabile dialogo su tradizioni, religioni e usanze del popolo occidentale e di quello egiziano. La mattina dopo corriamo alle Piramidi, vero obiettivo del nostro lungo viaggio, tappa culmine del giro del mondo nonchè ultimo sito archeologico visitato. Arrivati a Giza, circa 45 minuti dal centro del Cairo, alziamo lo sguardo e intravediamo le punte delle tre grandi piramidi dietro i palazzi...surreale. La città si spinge infatti fin sotto le rovine, alcuni edifici addirittura hanno la vista sulle piramidi stesse. Entriamo nel sito e la nostra prima tappa è la sfinge, vecchia più di 4000 anni, il cui volto è stato parzialmente distrutto, probabilmente dai soldati turchi, anche se c'è chi dice sia stata opera dell'esercito di Napoleone o addirittura degli inglesi. Segue la piramide più grande delle tre, la tomba del faraone Cheope, 146 metri d'altezza, di cui esploriamo anche l'interno. Un condotto strettissimo conduce fino alla camera funeraria del faraone, in cui non resta che un sarcofago vuoto. Un altro condotto si unisce a quello principale, ma l'accesso è vietato al pubblico. Tra le varie teorie che cercano di spiegare i misteri di Giza, una riguarda proprio il grado di inclinazione di tali condotti, che pare fossero posizionati in direzione di determinate costellazioni e stelle...impressionante. Le piramidi di Khefren e Micerino sono anch'esse di una bellezza sbalorditiva e ci sentiamo piccolissimi ed insignificanti davanti a 4 migliaia di anni di storia davanti a noi. Dopo aver ammirato il tramonto aspettiamo l'inizio del light show, in cui le piramidi vengono illuminate con luci speciali e laser mentre la voce della sfinge narra la storia dell'avanzato popolo egiziano lungo il fiume Nilo. Per l'ultima volta, salutiamo le rovine e il Cairo e ci rimettiamo in viaggio: la meta, stavolta, è proprio casa.
Aqaba
Cittadina di mare, Aqaba si trova sul nostro cammino per arrivare in Egitto, dato che da qui partono i traghetti per Nuweiba. Ci rilassiamo un po' mischiandoci con la gente del posto che passeggia in riva al mare e si diverte con i familiari mangiando in spiaggia al tramonto. Ci viene offerto di tutto, assaggiamo volentieri un piatto a base di pesce ma la macchina fotografica ne subisce ancora le conseguenze: puzza. Il giorno della partenza andiamo al porto con notevole anticipo per fare il biglietto e passare i controlli. Il traghetto dovrebbe essere rapido, ma invece di un'ora ce ne mette 3 per arrivare a destinazione, costringendoci a prendere un taxi con un altro ragazzo per spostarci verso sud, in cerca di coralli colorati e temperature più miti. Arriviamo a Sharm el Sheik, pensando di fermarci qualche giorno, ma lo shock è tale che ripartiamo dopo una sola notte, ma solodopo aver visto la fantastica barriera corallina popolata da migliaia di pesci colorati di ogni tipo. Proseguiamo verso il Cairo con l'ennesimo bus notturno.
Petra
Dopo una lunga attesa alla stazione dei bus di Amman, saliamo finalmente sul furgoncino che ci porterà a Wadi Musa, la città più vicina a Petra. Troviamo grazie a wikitravel un albergo carino e pulito appena rinnovato e gestito da una coppia di ragazzi della nostra età, lei inglese, lui giordano. Iniziamo l'esplorazione delle rovine di Petra nonostante il maltempo, il sito è enorme e si può vagare liberamente tra tombe, colonne, rovine varie...sotto una roccia, al riparo dalla pioggia, conosciamo meglio due ragazzi che alloggiano nel nostro albergo e percorriamo insieme la strada del ritorno. Ancora una volta sveglia presto per continuare l'esplorazione di Petra, dopo il primo giorno trascorso alle "attrazioni" principali, (il canyon chiamato siq, il Tesoro e le Tombe Reali), ci spingiamo più in là, e saliamo gli 800 gradini che conducono al Monastero, un'altro edificio intagliato nella roccia arenaria. In una tenda beduina ci scaldiamo con del te gentilmente offertoci da Abed, che vive qui, felice. Suona per noi uno strumento giordano e poi facciamo lunghi discorsi sul mondo, le religioni e le persone in generale...incredibile scoprire che l'apertura mentale di un beduino è superiore a quella di molti altri. Torniamo verso l'uscita mentre ormai è buio e concludiamo la serata cucinando una buona cena a base di pasta per i nostri nuovi amici. Il terzo giorno passato alle rovine viene trascorso quasi interamente in solitudine, lontano dagli itinerari più battuti, in un ambiente suggestivo di per sè grazie alle formazioni rocciose davvero particolari ed abbellito ulteriormente dagli edifici di migliaia di anni che, idenni, si ergono ancora di fronte ai nostri occhi. Ci avventuriamo fino al luogo dove venivano eseguiti i sacrifici e, dopo una breve pausa pranzo trascorsa con una donna beduina che ci ha mostrato autentiche monete romane ritrovate 5 metri sotto terra, ci avviciniamo alle tombe reali per osservarle più attentamente. La sera, con i proprietari dell'albergo e i ragazzi conosciuti a petra, andiamo a little petra, poco lontano, per un'ottima grigliata all'aperto. Non potete immaginare il nostro stupore quando abbiamo capito che la costruzione di fianco al fuoco (e in cui abbiamo mangiato) altro non era che una rovina vecchia più di duemila anni, a lume di candela. Lasciamo a malincuore Petra, ma è ora di continuare il nostro viaggio.
Amman
La capitale della Giordania, Amman, ci accoglie con temperature fresche ma compensa con il calore della gente. In molti ci danno il benvenuto e rimaniamo piacevolmente sorpresi dal fatto che non cerchino sempre di spillarci soldi, come avviene spesso in India. La città è arroccata su vari colli e una delle prime giornate la passiamo alla cittadella, composta da rovine con influenze romane e islamiche. Trovandosi in cima ad una delle colline più alte, ci permette di scattare foto bellissime della città che è in contrasto con l'azzurro del cielo e il grigio delle nuvole. Mangiamo hummus e ful a volontà ed osserviamo la vita quotidiana: gente che fuma il narghilè, diffondendo uno squisito profumo di zucchero filato 24 ore su 24, fedeli che pregano nella moschea, commercianti che vendono pollame, frutta e verdura, succhi freschi appena spremuti. Anche l'anfiteatro romano è ben conservato ed è accanto ad un bel museo che illustra la cultura giordana, ci passiamo un pomeriggio intero e poi ci scaldiamo con un buon te alla menta, ovviamente dolcissimo.
venerdì 11 dicembre 2009
Panajim e Old Goa
La cittadina ha conservato molto della vecchia colonia portoghese, con casette colorate pittoresche, panetterie che vendono manicaretti deliziosi e chiese davvero imponenti. La più importante è dedicata alla Madonna della concezione e domina il centro città. Su una panchina di fronte alla chiesa conosciamo Manhoud, simpatico indiano di mezz'età che ci racconta di S. Xavier, il santo che miracolosamente si è mantenuto intatto dopo la sua morte. Il suo corpo è conservato in una delle chiese di Old Goa e viene esposto ogni dieci anni. Manhoud ci racconta che quando era piccolo, una signora incredula morse un dito del santo per capire se si trattasse di un corpo vero o di una messa in scena. Il sangue iniziò a scorrere dalla ferita e le tracce condussero le autorità fino alla porta della vecchia, che ammise la malefatta e anche l'autenticità del miracolo. Con un autorickshow percorriamo le stradine che conducono ad Old Goa, un tempo la capitale dello stato e tappa di pellegrinaggio dei portoghesi dopo l'approdo in India. Vi sono cattedrali immense e c'è anche una fiera affollata dato che capitiamo nella Novena, festa che culmina il 3 di dicembre. Di fronte alla chiesa Bom Jesus, dove sono conservati i resti di San Xavier, è stato allestito un enorme tendone in cui si celebra la messa. La gente fa la fila per passare vicino alla teca d'argento che contiene il corpo del santo e recitare una breve preghiera. Visitiamo anche la chiesa dedicata a S. Francesco d'Assisi e prima di andarcene facciamo un giro tra le bancarelle della fiera che vendono santini e crocifissi che si illuminano ad intermittenza. Con un bus notturno torniamo a Mumbai nel solito hotel per gli ultimi due giorni in India
Palolem e Gokarna
Atterrati all'aeroporto di Goa saliamo al volo su un bus locale parecchio affollato che ci porta a Margao. Da li partiamo alla volta di Palolem, spiaggia nel sud di Goa, abbastanza turistica. Dopo una giornata di mare ripartiamo alla volta di Gokarna, in Karnataka. Ci sistemiamo ad Ohm beach, spiaggia enorme popolata da pochi turisti, qualche indiano e molte mucche. L'ambiente è rilassato e decidiamo di fermarci qualche giorno in più del previsto. Con due finlandesi andiamo a Paradise beach in barca, spiaggetta minuscola, e ci fermiamo li per il pranzo. Il giorno seguente camminiamo fino a Kudlee beach, dalla parte opposta e ci affrettiamo a tornare ad Ohm beach per un bellissimo tramonto. Purtroppo arriva il momento di ripartire e quindi saliamo sul treno locale per Margao e da li con un altro bus andiamo a Panajim, capitale di Goa
Iscriviti a:
Post (Atom)