sabato 7 febbraio 2009

Machu Picchu

Questo incredibile sito archeologico, a ragione una delle moderne Sette Meraviglie del Mondo, è stato scoperto solo nel 1911 da un esploratore americano, Hiram Bingham (che nel 1948 ha pubblicato un libro sulla spedizione molto interessante: La città perduta degli Inca). Il fatto che sia rimasto nascosto per così tanto tempo (i primi esploratori spagnoli arrivarono nel 1500 n.d.r.) vi lascia immaginare quanto sia nascosto e ben posizionato tra le Ande. Il tempo e la vegetazione hanno fatto il resto, lasciando (fortunatamente) questo gioiello nascosto dalle mire spagnole e conservandolo in un ottimo stato fino ai giorni d'oggi.
Visitare Machu Picchu è più conveniente e soddisfacente se lo si fa in privato, senza nessun tour che come minimo costa dai 135 dollari in su, solo per trasporto e ingresso alle rovine. Noi abbiamo comprato un biglietto del treno da Ollantaytambo ad Aguas Calientes (31 dollari per le carrozze “backpacker”, più economico, mentre dai 50 dollari in su il servizio “vista dome” panoramico) che è poi l’unico carissimo mezzo di trasporto per arrivarci. Il panorama è bellissimo, costeggiamo il fiume Urubamba e vediamo delle rovine del camino del Inca, o Inca trail, un cammino che porta fino a Machu Picchu; per percorrerlo è necessario però prenotare con lungo anticipo e noi ovviamente, non lo sapevamo. Ci fermiamo ad Aguas Calientes cioè Machu Picchu Pueblo, una cittadina che si sviluppa lungo i binari del treno che sono fiancheggiati da ogni tipo di ristorante (essendo l’ultimo avamposto prima delle rovine è davvero mooolto turistico, ma tutto sommato le montagne che ci circondano lo rendono incredibile comunque). Dormiamo qui per una notte per poter essere tra i primi ad arrivare alle rovine. Sveglia alle 4.30, mezz’ora di bus fino a Machu Picchu…una volta entrati corriamo dalla parte opposta delle rovine, avvolte nella foschia del mattino, per metterci in coda per la “scalata” di Wayna Picchu, il picco che sovrasta le rovine. Il cartello dice che è necessario essere “young and fit”…haha! Solo 200 persone al giorno possono accedervi, non prima di aver lasciato i propri dati all’ingresso. Il percorso non è dei più agevoli, ma dopo circa un’ora si arriva in cima. Inizialmente non si vedeva niente se non nubi e foschia…ma dopo una breve attesa la nebbia e le nuvole si sono diradate e il sole illuminava le rovine proprio sotto i nostri occhi.

Tutto ciò che vorrete dopo un’estenuante discesa sarà un bagno e qualcosa da bere. Non prendete alla lettera l’obbligo di non portare cibo e bevande nelle rovine, non ci sono controlli e per di più tutti lo fanno. L’unico bar all’ingresso del sito appartiene all’hotel vicino, dove una notte costa dai 1600 dollari in su…di conseguenza 2 panini ci sono costati come una cena!! Se però avete ancora qualche energia, pochi passi più in là c’è un comedor dei dipendenti dell’albergo nascosto tra gli alberi dove si mangia con pochi soles.
Nel pomeriggio godiamo dell’ultimo privilegio del visitatore sprovvisto di tour, infatti ad un certo punto i turisti scompaiono e ci si ritrova quasi soli (in compagnia di qualche llama!) a passeggiare tra le rovine…incredibile! Alle 17.30 prendiamo l’ultimo bus per Aguas Calientes e ci buttiamo sotto la doccia.

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